La W113 250 SL del socio Yaser “Yasertec”




La Mercedes 230SL W113 conosciuta come Pagoda per via della forma leggermente concava dell’hardtop è universalmente riconosciuta come il capolavoro di Paul Bracq, ovvero colui che l’ha disegnata. Presentata al Salone di Ginevra nel 1963 e prodotta a partire dallo stesso anno viene sviluppata partendo dal pianale accorciato a 2400mm della 220 W111 dalla quale eredita anche il motore portato a 2306cc, il quale dotato di iniezione di benzina di tipo meccanico Bosch svilippa 150 cavalli che le fa raggiungere la punta massima di 200Km/h. Dalla berlina dalla quale derivava mutuava anche il sistema di sospensioni e presentava un impianto frenate con doppio circuito servoassistito e con dischi all’avantreno, viene offerta con trasmissione manuale a 4 marce e la automatica 4 marce optional ma dal settembre 1965 si potrà avere sempre come optional un cambio a 5 marce ZF. Il frontale era dominato dai fari a sviluppo verticale ma la stella era inserita al centro della calandra come le precedenti SL 190 e 300 che andava a sostituire posizionandosi nel mezzo come prestazioni e prezzo. Poiché si era dovuti intervenire con rinforzi sul pianale per garantire rigidità alla cellula di sicurezza, portiere e cofani erano in alluminio. Altra primizia presente sulla W113 sono i pneumatici radiali con un cordolo di rinforzo sul fianco, sarà la prima Mercedes ad esserne dotata di serie.

Nel 1966 viene offerta la versione coupé-hardtop che è una pagoda senza la capote in tela e con due strapuntini posteriori. La 230SL viene prodotta fino a gennaio 1967 in 19.831 esemplari e per un solo mese o poco più convive con la 250SL prodotta a partire dal dicembre 1967. Questa versione rimane quasi immutata per la carrozzeria, ci sono dei leggeri cambiamenti nell’abitacolo a cominciare dalla forma dell’anello clacson non più tondo e altre modifiche di dettaglio, e riceve qualche modifica sottopelle, serbatoio maggiorato, freni a disco anche posteriori e viene offerto come optional il differenziale a slittamento limitato. Le trasmissioni disponibili rimangono le stesse ma il motore viene portato a 2496cc con potenza invariata  (la coppia passa da 197Nm a 216Nm) al pari della velocità di punta ma guadagna in fluidità di marcia. Nel corso dell’anno fu introdotta anche la versione coupè-hardtop ribattezzata California coupè, senza capote e con sedile posteriore  a panchetta. La produzione terminerà a gennaio del 1968 dopo appena 5.196 esemplari che di fatto la rendono la più rara. Anche in questo caso c’è stato una convivenza di un mese o poco più tra la versione 250 e la 280 che l’ha sostituita, poiché, quest’ultima è stata inserita in listino nel dicembre del 1967. 

La 280SL ultima evoluzione del progetto Pagoda si distingue dalla 250 sempre per modifiche di dettaglio esternamente e internamente e per dotazioni, a livello di cronaca citiamo le coppe ruota senza anelli e quindi in un sol pezzo, il cambio a 5 marce disponibile si come optional ma come ordine speciale, il lunotto dell’hardtop con sbrinamento elettrico, i cerchi in lega modello Barock della Fuchs, la chiave unica e tante altre piccole e grandi modifiche intervenute sia dalla presentazione che nel corso della commercializzazione. La produzione della versione 280 terminerà nel marzo del 1971 dopo 23.885 esemplari, tale cifra ne fa della 280 la versione più prodotta. Il totale delle W113 prodotte sarà di 48.912 esemplari. Come per buona parte delle vetture di lusso del periodo il principale mercato di vendita saranno gli Stati Uniti d’America ma si venderà bene anche in Europa. Si segnalano anche versioni particolari quali una 230 coupè disegnata da Pininfarina, una shooting brake sempre su base 230 disegnata da Frua, una versione con il motore V8 6.3 allestita dalla casa come vettura sperimentale ed una su base 280 dotata di motore rotativo Wankel. La Pininfarina, la Frua SLX e la Wankel sono tuttora esistenti mentre la V8 6.3 fu distrutta.

La Pagoda come anche le sue progenitrici della serie SL, ovvero, Sport Licht, è un’icona della Casa con la stella a tre punte. Tantissimi sono gli esemplari sopravvissuti e in qualunque occasione viene sfoggiata suscita sempre ammirazione. Sarà sostituita dalla R107 che rimarrà in produzione per 18 anni e spesso le verrà erroneamente attribuito il nome di Pagoda o pagodone viste le magiori dimensioni della carrozzeria, ma l’originale sarà sempre lei.

Testo del socio Domenico “Cinesino”